È atteso per lunedì 11 marzo alle ore 18.00, nei locali del recuperato
Archivio Storico in Via Castello, il primo appuntamento della rassegna
culturale “Misciagni e misciagnisi ti na vota”. A dare il via alla
rassegna promossa dall’Assessorato alla Cultura della Città di Mesagne
e da un nutrito gruppo di studiosi e appassionati di storia locale,
sarà il professor Marcello Ignone che racconterà “Li sciuechi ti na
vota”.
“È necessario per ogni collettivo sociale non perdere la sua memoria storica, le sue tradizioni e la sua lingua. Si possono recuperare alcuni significativi aspetti della cultura e della memoria delle nostre tradizioni anche dall’analisi dei giochi fanciulleschi praticati un tempo perché erano parte fondamentale ed integrante della cultura tradizionale mesagnese che si specificava nel dialetto, nell’artigianato, nelle tecniche, nelle regole di convivenza civica” spiega lo stesso Ignone.
Protagonisti dell’iniziativa i fanciulli cresciuti a Mesagne subito dopo il dopoguerra e negli anni del boom economico, ragazzi che conoscevano benissimo tutti gli altri adolescenti del loro quar-tiere e dei quartieri amici ed evitavano, ma conoscevano, i ragazzi dei quartieri “nemici”; l’era dell’elettronica doveva ancora venire.
Il regno di questi ragazzi di ieri era l’intera Mesagne in un periodo di grandi cambiamenti, quan-do l’industria di massa portò quasi a tutti giocattoli prefabbricati, in plastica o in latta.
Si trattava di giocattoli senz’anima, imposti ai bambini mesagnesi che, da allora, non avrebbero mai più creato, manipolato, progettato, costruito i loro giocattoli e dominato gli spazi dell’immensa periferia del nostro paese ed alcuni tempi della giornata, come i pomeriggi assolati della lunga estate mesagnese.
Verranno illustrati come con semplici strumenti di utilizzo comune, i ragazzi riuscissero a rag-giungere abilità tecnico manuali davvero complesse dal momento che costruire un monopattino, un aquilone, un fucile a molla, un arco con relative frecce e il tutto da un vecchio ombrello, una fionda e tanto altro ancora, non era cosa di poco conto. E spesso facevano ricorso alle umili cose della quotidianità: bottoni, tappi di rame, monetine, noci, ghiande, pietruzze. Sarà un’occasione per parlare di giochi ma soprattutto per raccontare uno spaccato di vita sociale di una Città che ha tanto da ricordare.
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